Le due misure sarebbero incluse anche negli interventi che non rientrano nel super-sconto del 110%
Anche quest’anno la legge di bilancio è finita al centro di un fitto lavorìo dopo l’approvazione formale in consiglio dei ministri. Ma i tavoli tecnici e politici che si stanno riunendo a ripetizione per il testo definitivo, atteso a questo punto al Senato solo nei primi giorni della prossima settimana, potrebbero portare buone notizie. Continua la lettura su investiresulweb.it con news, approfondimenti e spunti di sicuro interesse
La prima riguarda i bonus edilizi, per i quali si riaffacciano lo sconto in fattura e la cedibilità del credito anche negli interventi che non rientrano nel super-sconto del 110%. Perché sono bastate poche ore a capire che il compromesso finito nella bozza di manovra esaminata dal governo, con la stabilizzazione triennale dei bonus al 50 e al 65% e la proroga annuale del bonus facciate in formato ridotto dal 90 al 60%, avrebbe rischiato grosso nel corso dell’esame parlamentare.
Le obiezioni della maggioranza, arrivate prima di tutto dal Movimento 5 Stelle, si sono concentrate sull’addio alla possibilità di scontare direttamente l’agevolazione in fattura e di cedere il credito, senza aspettare quindi le detrazioni dall’Irpef degli anni successivi. Nel testo preparato dal governo questo meccanismo sarebbe sopravvissuto dal 1° gennaio solo per il super-bonus del 110 per cento.
L’alleggerimento dei bonus edilizi è stato subito cannoneggiato dalle critiche dei costruttori e dei proprietari riuniti in Confedilizia, che hanno parlato di «vera e propria decimazione del sistema di incentivi». E ha alimentato da subito un confronto vivace nella maggioranza, vivace al punto da convincere il Mef a fare macchina indietro e preparare un nuovo testo che fa sopravvivere le due opzioni alternative per tutta la nuova vita dei bonus: per un triennio, quindi, nel caso degli incentivi stabilizzati fino al 2024.