Non tutti hanno sentito parlare di Dismaland, il parco divertimenti aperto temporaneamente qualche anno fa in Inghilterra. Per la precisione, fu un’installazione artistica che durò per cinque settimane, dal 21 agosto al 27 settembre 2015, e fece molto discutere in quel periodo.
Dismaland era a tutti gli effetti una parodia di Disneyland (il termine ‘dismal’ significa infatti tetro). Ha rappresentato un festival di arte, divertimenti e anarchia, un gioello di guerrilla art che Banksy, lo street artist più famoso del Regni Unito, ha fatto nascere nel Somerset, sulla costa sud-occidentale dell’Inghilterra. L’installazione di questo parco era stata avvolta nel mistero, fingendo che si stesse girando un film, fino a che non apparvero le prime immagini dell’installazione
Dismaland, le caratteristiche del parco
Banksy, la cui identità rimane sconosciuta, ha sfruttato un parco divertimenti acquatici abbandonato, ovvero il Tropicana, come luogo per la sua denuncia sociale e politica. Ha messo su una parodia dei parchi a tema Disney attraverso un’ironia disarmante. Lo stesso artista lo aveva definito a suo tempo un “parco tematico non adatto ai bambini”.
Al centro tante attrazioni strane come la Sirenetta sfigurata e tante altre forme di intrattenimento decisamente macabre, dagli scheletri a bordo di un autoscontro a carrozze di principesse rovesciate. Ogni attrazione era ritoccata a sfondo satirico, compreso il castello delle favole nel fossato, malandato e decrepito. Anche una pala eolica giocattolo, conficcata in un castello di sabbia, satira del business delle energie alternative. O ancora un chiosco per “Pocket Money Loans”: mutui per bambini a cui la propria paghetta non è sufficiente per comprare tutti i propri desideri.
Ovviamente Dismaland non era un classico Luna Park per bambini, ma un luogo sconfortante, dove Banksy e altri 50 artisti internazionali, avevano messo in scena alcuni dei peggiori incubi quotidiani del nostro tempo. Sono tirati in ballo i problemi radicati nella nostra società e che riusciamo neanche più a riconoscere.
Il successo del Banksy parco e delle attrazioni fu davvero importante, con oltre 50mila visitatori da ogni parte del mondo e centinaia di persone in fila ogni giorno anche sotto la pioggia per entrare. L’elevata richiesta dei biglietti aveva creato anche dei problemi al sito ufficiale. Fra incassi e indotto per la piccola città di Weston-super-Mare si è arrivati a oltre 20 milioni di sterline. Al termine delle cinque settimane si è chiuso quindi sopra ogni aspettativa.
Non mancarono comunque tante critiche, soprattutto dai media, sulla natura insensata di questa creazione. Fra i detrattori c’era Dan Brooks del New York Times, che parlò di “sarcasmo gratuito” dell’iniziativa. Jonathan Jones del Guardian invece disse “come sensazione mediatica (Dismaland) funziona a meraviglia ma, se visto da vicino, è in realtà un parco a tema Potemkin. Non è un’esperienza, ma solo un sostituto di cartone”.