Pietro Garinei è un nome iconico per il teatro italiano ed in queste ore che anche il fratello più giovane Enzo l’ha raggiunto lassù continua ad echeggiare per le opere che ha realizzato nel corso della sua esistenza.
Una vita cominciata il 25 febbraio 1919 a Trieste, dove nacque quasi per caso, visto che la famiglia si trasferì a Roma appena 39 giorni la sua nascita. Il padre era giornalista ed inviato di guerra per il Secolo, mentre sua madre era originaria di Udine. Una leggenda vuole che lo stesso Pietro fosse stato il primo bimbo italiano battezzato a Trieste nella chiesa di San Giusto dopo lo scoppio della guerra e il padrino fu il direttore del Piccolo di Trieste.
Il nome di Pietro Garinei è legato in maniera indissolubile a quello di Sandro Giovannini, suo collega, ma soprattutto amico col quale diede vita ad un duo diventato simbiotico: Garinei e Giovannini.
La moglie
Pietro Garinei, però, è anche un dottore farmacista: la sua famiglia era proprietaria di una storica farmacia in piazza San Silvestro a Roma e per rinnovare la licenza era necessario che un membro avesse una laurea in scienze farmaceutiche. Fu proprio grazie al percorso universitario presso la facoltà di Farmacia che conobbe la moglie Gabriella Turco, nata anche lei anche a Trieste come lui, che lavorava in ufficio vicino alla sede che Garinei frequentava. Da quel rapporto nacque un matrimonio solido fino alla morte di Gabriella.
Il commediografo si barcamenava in quegli anni tra la farmacia di famiglia che spesso diventava luogo di ritrovo per diversi artisti, compresi scrittori e attori di fama, e il cinema del quartiere. Pietro comincia a dedicarsi assiduamente al teatro quando il fratello subentra nella gestione della farmacia e soprattutto quando conosce allo stadio Flaminio di Roma Sandro Giovannini. I due erano giornalisti sportivi, uno per la Gazzetta dello Sport (Garinei), l’altro (Giovannini) per il Corriere dello Sport. Avevano due grandi passioni, la Roma e il teatro: la scintilla scoccò per il calcio ma incendiò simbolicamente il palco. Iniziarono già dalla seconda metà degli anni Quaranta a scrivere riviste e poi a collaborare prima con i programmi radiofonici della Rai e poi con teatro e cinema. In totale il duo Garinei-Giovannini scrisse 49 copioni e mise in scena 85 tourneè teatrali.
Pietro Garinei è un simbolo per la romanità per alcune caratteristiche, su tutte la passione per la Roma. Ogni domenica si divideva tra la Santa Messa (alla quale non rinunciava mai) e gli spalti dell’Olimpico.
La morte
Pietro Garinei si spense nella sua Roma il 9 maggio 2006. Era ricoverato presso l’ospedale Carlo Forlanini: un male incurabile mise termine alla sua vita all’età di 87 anni. Fu un addio con tutti gli onori del caso: il giorno dopo avenne allestita al Campidoglio la camera ardente, mentre l’11 maggio nella Basilica di Santa Maria del Popolo vennero celebrati i funerali alla presenza di amici e grandi nomi dello spettacolo italiano. Il feretro, tumulato poi al cimitero del Verano accanto ai genitori ed alla moglie già scomparsa, venne salutato in chiesa dalle note di Roma non fa la stupida stasera.