Con il termine “vittime di sparizioni forzate”, si intendono coloro che sono stati fatti sparire dalle loro famiglie o comunità.
In altre parole, non si tratta di uomini, donne e bambini scomparsi per cause tragiche, ma che letteralmente vengono prelevati dalle proprie abitazioni, spesso all’improvviso e con la cooperazione di funzionari di stato che in ogni modo negano l’accaduto.
In altre parole, si tratta di crimini di diritto internazionale.
Quello che vi stiamo descrivendo potrà suonare come una barbarie, eppure in alcune aree del mondo è un fenomeno diffuso.
Il fenomeno della sparizione forzata
I malcapitati raramente vengono rilasciati e il loro destino si perde nelle pieghe del tempo: è come se scomparissero per nulla.
Ecco perché possono venire torturati impunemente, e mancando qualsiasi dato su di loro o sulla loro ubicazione, non può neppure essere avviato un processo legale. Alcuni di loro vengono uccisi, altri rimangono prigionieri per lungo tempo, nell’amara consapevolezza che nessuno sa dove si trovino e difficilmente qualcuno verrà a salvarli.
Un destino crudele, un’ingiustizia che rimane impunita e che questo 30 agosto ci invita a non dimenticare.
I pochissimi che scampano a questa tremenda sorte di sparizioni forzate, portano comunque con sé le cicatrici fisiche e mentali per il resto della vita.
Queste prigionie violano tutti i diritti umani: dalla sicurezza alla dignità della persona, all’impossibilità di avere un processo equo, sino a condizioni di detenzioni degradanti e umilianti per un essere umano.
Perché una simile barbarie? Sparizioni forzate diritto internazionale
Le sparizioni forzate vengono spesso messe in atto per seminare terrore, generando paura non solo nel nucleo familiare delle vittime, ma nella comunità tutta.
Mentre una volta si trattava di un fenomeno appannaggio delle dittature militari, adesso ha luogo in una pluralità di contesti: dai conflitti all’attività di piccoli gruppi armati.
A rischiare di più sono proprio attivisti, difensori e avvocati dei diritti umani.
Nel frattempo, i loro famigliari vivono in uno stato di pena disumano, non conoscendo la sorte che è toccata ai propri cari, nonché nel timore di essere presi di mira a loro volta. Le statistiche indicano che la maggior parte degli scomparsi è costituita da uomini: le loro compagne, spesso portano avanti la lotta in loro assenza, andando incontro ad intimidazioni e atti di violenza.
L’istituzione della Giornata internazionale delle Vittime di sparizioni forzate
Questi arresti arbitrari, collegati alla violazione di tutti i diritti umani, hanno spinto le Nazioni Unite a istituire la Giornata internazionale delle Vittime di sparizioni forzate, entrata in vigore dal 2010.
Questo giorno è dedicato alla prevenzione di queste sparizioni, alla ricerca della verità e all’assicurare assistenza ai sopravvissuti.
Gli scomparsi devono ricevere giustizia e verità, così come le loro famiglie: le Nazioni Unite hanno siglato una Convenzione sparizioni forzate molto chiara per spingere gli stati ad occuparsi di questo fenomeno, indagando e processando i colpevoli. Esiste anche un Comitato sulle sparizioni forzate che riceve e valuta ogni segnalazione in merito.
I dati fotografano la presenza di questo crimine soprattutto in stati come Siria, sparizioni forzate in Messico, Bangladesh, Egitto, Marocco e Spagna.