domenica, Ottobre 1, 2023
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Perché l’Arabia Saudita può permettersi stipendi per i calciatori così alti?

 

Dalle indiscrezioni degli ultimi giorni anche l’ex ct Roberto Mancini potrebbe essere attirato dalle sirene (e dai soldi) dell’Arabia Saudita, dalle proposte allettanti di un mondo che dopo il Qatar vuole diventare il nuovo “finanziatore” di un sistema che sta intaccando le certezze del calcio europeo: nelle schedine sul calcio quindi entreranno sicuramente sempre più spesso squadre del campionato arabo, attirando l’attenzione degli appassionati e non solo. L’impressione più diffusa è che quest’estate sia solo l’inizio della nuova era. E all’interno della SPL c’è la consapevolezza che per raggiungere il livello dei migliori campionati serva tempo. Tuttavia, tenteranno di accelerare lo sviluppo nei prossimi 5-7 anni con un piano già in atto, sostenuto da un enorme capitale finanziario. Sul perché di questi investimenti restano diverse ombre, e non mancano le speculazioni. Infatti, al di fuori dell’Arabia Saudita è forte la tesi dello sportwashing, per cui il Paese starebbe tentando di ripulirsi la coscienza con il pallone, nascondendo dietro alla bellezza delle tante stelle del calcio, i problemi della criminalizzazione dell’omosessualità, delle restrizioni alla libertà di parola e ai diritti delle donne, come pure l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi.

 

L’Arabia Saudita e l’offerta per Mbappè: “Una valutazione impensabile”

 

Come raccontato nell’interessante analisi di Canovi e Collovati, l’Europa ormai non può più sottovalutare l’impatto dell’Arabia Saudita e dei suoi soldi – in grado di convincere anche campioni affermati come l’attaccante del PSG a cambiare idea: “L’offerta dall’Arabia Saudita per Mbappé è fuori da ogni canone economico, sportivo… qualcosa di incredibile. È un’offerta per un anno solo di contratto, che rende il tutto ancora più sconvolgente. Sono 700 milioni di euro per 12 mesi. È chiaro che in questo momento l’Arabia Saudita ha un piano decennale in cui hanno disposo un finanziamento globale da 20 miliardi di euro. È un progetto serio, come raccontano le cifre, e si può fare poco. L’unico esempio da seguire è quanto accaduto in Inghilterra, aiutando i nostri club a fare gli stadi e tutto il resto perché sul solo piano economico non si può tenere testa a potenze del genere”.

 

Un campionato in continua espansione: l’obiettivo è la conquista dei Mondiali

 

Attualmente la Saudi Premier League è il 54° campionato nazionale, secondo la ricerca condotta da Twenty First Group. L’obiettivo della SPL, come si può leggere sul sito ufficiale, è di diventare una delle 10 migliori leghe al mondo, “dal punto di vista tecnico, commerciale, finanziario e mediatico”. Mentre CR7 ha posto l’asticella anche più in alto: “Se continueranno il lavoro che vogliono fare qui per i prossimi 5 anni, penso che la SPL possa diventare uno dei primi cinque campionati al mondo”. A detta del portoghese il livello è già buono. E senza dubbio migliorerà con l’arrivo di altri campioni. In poche settimane, si è attivato uno spaventoso canale in uscita dall’Europa: Karim Benzema (Pallone d’Oro 2022), N’Golo Kanté, Ruben Neves, Kalidou Koulibaly, Marcelo Brozovic sono solo alcuni dei giocatori che giocheranno in Arabia dalla prossima stagione. E altri ne arriveranno. La SPL però non sembra voler soltanto spendere cifre enormi per calciatori perlopiù a fine carriera. Perché? L’obiettivo dichiarato è la conquista dell’assegnazione dei Mondiali di calcio, proprio come fatto dal Qatar lo scorso inverno e nel pieno di un periodo ormai di dismissione anche a livello di PSG (che sta perdendo pezzi per strada).

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