venerdì, Luglio 26, 2024
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Influenza stagionale, cos’è cambiato dopo il Covid? Perché ci ammaliamo di più?

A tre anni esatti dall’arrivo in Italia della pandemia da Coronavirus che ha modificato, e non di poco, le vite di tutti, con l’arrivo dei primi freddi in molti hanno dovuto fare i conti con la vecchia cara influenza stagionale. Cerchiamo di capirne di più.

La cara vecchia influenza stagionale è tornata tra di noi. E quella di quest’anno, l’Australiana, ha fatto sorgere più di un dubbio: sono stati in molti con tosse persistente e stanchezza prolungata.

L’influenza è una malattia infettiva acuta, interessa le vie respiratorie ed è causata da un virus, con sintomi comuni come febbre, mal di gola e tosse, dolori a muscoli e ossa, mal di testa, malessere generale che ci bloccano per qualche giorno.

Influenza, un appuntamento stagionale…

Si diffonde principalmente nella stagione fredda o invernale perché si trasmette per via aerea, tramite lo scambio delle goccioline di saliva con chi ne è già affetto, mesi nei quali ci ritroviamo a condividere spazi al chiuso e per tempi prolungati rispetto alle stagioni più miti.

Nella norma l’influenza presenta una capacità di contagio non trascurabile. Colpisce circa una persona su dieci, con punte maggiori, anche oltre il 25%, nella fascia di età fino a 14 anni, caratterizzata da un sistema immunitario ancora non maturo.

I sintomi che si presentano in genere in forma lieve possono creare complicanze e difficoltà più serie nei soggetti fragili o con altre malattie croniche ed importanti (in particolare i soggetti più “adulti”). Conseguenze che si vanno a sommare a quelle economiche e sociali, non trascurabili anche da un punto di vista pratico, di intere famiglie letteralmente bloccate in casa.

…per un sistema immunitario senza memoria?

L’organismo di una persona sana è in grado di contrastare un virus dal quale sia stato già infettato in passato. Ma quello dell’influenza tende a mutare di anno in anno, e occorre ripartire con una nuova campagna vaccinale, per limitare il numero dei contagiati e proteggere i soggetti più fragili.

malati oncologici e i cc.dd. immunodepressi sono più a rischio a causa di un sistema immunitario non pienamente efficiente che li rende più esposti a contagi e ricadute.
Chi è cardiopatico può avere problemi di pressione sanguigna, frequenza cardiaca e la stessa funzionalità del cuore, fino allo scompenso cardiaco.
Col diabete, il rischio è l’insorgenza di ipoglicemia e chetoacidosi.

Le complicanze più comuni per un soggetto sano sono collegate alla sovrapposizione con un’infezione batterica, con bronchiti che possono evolvere in polmonite.

Che cosa succede con l’influenza australiana?

Dopo due anni di distanziamento sociale e uso diffuso di dispositivi di protezione personale e disinfettanti ha colto molti di sorpresa: dura più a lungo, fino a 7-10gg, e lascia un senso di spossatezza e fatica.
Il picco dei casi di influenza è stato raggiunto in anticipo, tra novembre e dicembre, e siamo in fase calante, ma in molti hanno avuto raffreddore, febbre alta e una tosse fastidiosa e persistente.

Durante il Covid-19 tutte le restrizioni adottate ci hanno tenuto al riparo dall’influenza stagionale, a cui in tanti non erano più abituati.

Nuova influenza, vecchi rimedi

È ancora presto per dire se siamo più fragili e destinati ad ammalarci di più.
Intanto possiamo rispolverare i vecchi rimedi, alla portata di tutti:
-lavarsi spesso le mani
-proteggere naso e bocca in luoghi chiusi e affollati
-indossare la cara vecchia mascherina chirurgica in presenza di sintomi
-evitare di toccarsi occhi, naso e bocca con mani non lavate.

Se stiamo male, rimaniamo a casa: lana, letto e latte, e un po’ di riposo, sono sempre la ricetta migliore.

Silvia Morghen Di Domenico
Silvia Morghen Di Domenico
Nata a Roma, con una Laurea in Economia alle spalle, scelta per una passione profonda che non mi ha ancora abbandonato, e che mi ha regalato una lente complessa ma al tempo stesso dinamica attraverso la quale guardare alle cose. Un amore viscerale e mai tradito per la Musica e per le Parole, pensate scritte e parlate, mi porta a cercare un punto di vista, un angolo di visuale, con i quali raccontare le cose da insider. O meglio, da infiltrata doc.
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